Cronaca di una giornata pienissima. Un sabato che merita ricordo.
Freddo pungente di marzo, con una tramontana notevole. Vado a camminare, un bel giro con parti sconosciute. Al ritorno poto il glicine che ho sotto casa, esposto a sud, che cresce e tende a strabordare.
Nel pomeriggio cerco il contatto whatsapp di una cara amica che non sento da tempo. Che fine avrà fatto? Vedo che ha cambiato foto. Ingrandisco e resto a bocca aperta. Ha tolto quella recente, sta con i due figli bambini, la piccola appena nata. E lei stessa una bella bimba. Evidente che il marito stava dietro l’obiettivo. Una famiglia felice, al top. Come non rimanere ammutoliti, al constatare tanta felicità che oggi pare decisamente svanita? Separata, in una situazione abbastanza complessa. Penso alla vita, ai dolori impensabili, alle gioie che a volte manco più sono un ricordo.
Nei giorni scorsi su un muretto ho visto dei fiorellini di pochi millimetri. Mi arrampico per fotografarli, e ad ogni scatto debbo attendere che il vento cessi di soffiare, anche per pochissimo. La foto è qui sopra, ne valeva la pena.
Mi inviano il link ad un intervento interessante del prof. Zamagni, e youtube, sotto di questo, mi propone video sulla felicità, ed altro. Vado a vedere. Rete TEDx, mi informo pure di cosa sia. Ma resto impietrito dinanzi ad un signore che parla di felicità promuovendo risate, e che nei commenti è definito maestro di vita. Non riesco a vederlo tutto.
Passa mia figlia con i due giovani maschi, baldanzosi e bellissimi più che mai. Nonno, cosa hai da farci mangiare? Hanno fatto merenda, ma rapidamente attrezziamo un pane tostato e olio. Nonno, perché non ci regali un po’ di noci? Ah le noci! stanno lì, poche e nemmeno buone, una pessima annata. Preparo una busta, che poi dimenticano di prendere.
Esco per andare a messa, chiamo un amico che so stare in fase delicatissima per i rapporti con la moglie, separata. Poi alla radio una notizia drammatica: a Palermo un separato, clochard - per sua scelta, dicono – è stato cosparso di benzina mentre dormiva dentro un cartone e arso vivo. Penso a quel “clochard per sua scelta”. Penso alla tristezza che la separazione inevitabilmente genera, che può sfociare in omicidi, suicidi, depressioni, angosce, notti insonni, tumori, vite irreparabilmente rovinate.
Ma penso pure alla grazia che vivo. Dieci anni fa ero sotto un autotreno, come si dice in gergo. Stavo per partire per Santiago, stavo per dare una virata al vivere, ma non ne avevo la minima cognizione. Non avrei scommesso un centesimo sulla mia sopravvivenza.
Eppure tutto è cambiato, orizzonti sconfinati che si aprono di continuo, un cuore che, coi suoi ovvi limiti, comunque in qualche modo palpita per l’umanità tutta.
Se potessi trarre una sintesi del tutto, dovrei dire che la cosa che più conta è trovare un equilibrio nuovo, dentro. Magari in Dio, che è certo il top. Tutto tende a Lui, per chi crede.
Mi son pure fugacemente chiesto della mia sposa, cosa faceva in quel momento. Nulla so, nulla devo sapere. Altrove. Eppure il cuore la senta vicina come non mai.
Torno a casa che è notte oramai. La luna è splendida, le stelle qui da me, all’eremo, nel buio vero e limpido, si possono contare. È freddo, ancora tramontana. La tramontana di marzo, che parla al cuore e parla di eterno, dice di Dio.
Qui, ora, suona il Messiah di Handel.
“Il Dio che attera e suscita, che affanna e che consola, sulla deserta coltrice…”
(foto mia, oggi)
Sono quasi le cinque e, come spesso mi capita, non riesco più a ad riaddormentarmi. Fuori è ancora buio e il silenzio della notte è rotto solo dal gallo che incomincia a cantare. Come sempre sento il desiderio di pregare. Il mio cuore ha bisogno di rivolgersi a Lui.
RispondiEliminaPer me questa è la preghiera, quella vera, colmare il bisogno di Dio.
Lo ringrazio per quello che mi ha donato, per la notte appena passata, per la confessione di ieri.
Ma subito il mio pensiero passa a mia moglie e ai miei figli. Affido i miei figli a Lui. Il più piccolo e di là che dorme, e questa vicinanza mi dona tanta serenità.
Poi come sempre penso a Chiara, la mia sposa. Anche per lei offro la mia preghiera. Anch’io come te, nulla so di quello che fa. Continua semplicemente a rimanere nel mio cuore.
Ringrazio il Signore per questo mistero di amore. Ho capito che in questo momento nulla di più devo chiedere.
Ora la mia giornata può iniziare.
Elio
Aprire la posta e trovare, tra circa una ventina di email, tutte grosso modo importanti, alcune cruciali per il seguitare della giornata, e scorgerne una in particolare che ADORI leggere.... ti cambia la giornata, l'angolo di visuale.
RispondiEliminaE allora nasce spontanea la riflessione tra il VORREI ed il SONO e non ci credo che si è sempre ciò che si vuole, proprio no.
Quanti Messiah ascoltati in religiosa contemplazione mi sto perdendo , Paolo?
Quanti libri adorati, amati fino a qualche anno indietro, mi sto sparando, da book-addict, in velocità, nei posti più impensati per appagare la mia necessità di lettura che, esercitata così, non mi da piacere, e dunque libri non più AMATI, GUSTATI ...
A quanti momenti Divini, come passeggiare in compagnia in campagna, a me che ne sono amante fin nelle viscre più profonde dovrò rinunciare ancora?
E la fotografia, uno dei miei sogni più coccolati nella mia mente fino a qualche anno fa, (fino a quando amici ci hanno regalato una SUPER MACCHINA che sentivo proprio dentro di non meritare e che mi ha "abbassato il livello del desiderio", come quando si impedisce ad un filglio di desiderare perchè l'oggetto del desiderio è pronto lì, ancora prima di essere chiesto...) (quanti errori genitoriali ho commesso e sto ancora commettendo...) : DESIDERIO RIPOSTO, accantonato in attesa di ... boh... anche perchè intanto gli anni passano...
Beh, sei proprio riuscito ad aumentare i miei Perchè?, caro Paolo, ancor più di quanto già non siano...
Ti abbraccio, abbraccio in particolare il tuo modo di essere Vero e la tua capacità di ricondurmi ogni volta all'Essenza.
Grazie Paolo.
Federica