giovedì 20 giugno 2019

Perché???

Sto bloccato, nello scrivere qui: evidente.
Le motivazioni alla fine forse non le so nemmeno io, o forse non le voglio sapere.
Centomila motivi, più o meno validi, più o meno veri.
Stanchezza, fase della vita diversa, troppe cose che mi prendono, troppe cose che inizio e rischio di non terminare, distrazioni, impegni vari e nuovi. Crisi di identità (?) a questo punto dell'esistere. Conti da fare ogni giorno, nuovi. Ricerca di nuove strade, nuovi orizzonti. Insoddisfazione del proprio scrivere.
E dovrei confessare che quasi giornalmente mi viene il pensiero, lo scrupolo, di essere qui presente: se non altro per una sorta di dovere morale verso i tantissimi che vedo leggermi, accedere qui in cerca di qualcosa di nuovo, probabilmente, anche.

Stanchezza certamente, una stanchezza esistenziale, che forse prende a tutti con l'avanzare degli anni. Certo poi acuita dalla solitudine che ogni giorno e ogni notte, per quanto oramai abituale e comunque ben vissuta, diviene sempre più acuta, stringente.
E poi chiedersi, ancora: perché?
E la risposta, conosciuta ma ora limpida come non mai: qualcuno doveva andare.
Qualcuno doveva vivere la vita degli uomini, fuori dalle sacrestie, lontano dall'inebriante profumo dell'incenso, fuori dal mondo protetto dei buoni sentimenti.
Qualcuno doveva andare, agli ultimi confini della terra, a sapere, a toccare con mano, a sudare sangue, ad immergersi nel fango come sabbia mobile.
E in questa epoca che urge testimoni e non più teorici, inevitabile.
Qualcuno doveva andare, ed è andato.
Naturalmente pienamente incosciente. Magari avendo detto un sì da bambino, e forse poi dimenticato nel vissuto.
Ma tutto riemerge, sempre ritorna il passato, quello vero, quello che riporta direttamente al centro del cuore di Dio. Lì dove dall'eterno ciascuno sta pensato ed amato, nella diversità che è virtù, immagine del nostro Dio trino e uno.
E poi vien fuori, come da temporalesche nubi squarciate, che il disegno era questo, terribile e unico e stupefacente.
Essì, nessuno di noi separati (separati intendo come categoria dello spirito, che comprende ben oltre quel che si direbbe a prima vista) poteva immaginare. E chi si sposa pensando al dolore e alla malattia? e chi prende i voti sognando l'anima squarciata?
Eppure eccoci qui, pur che siamo polvere che finisce. Siamo nulla eppure siamo nell'eterno, se e quando lo vogliamo.
Sappiamo oramai, specie in questa straziata epoca, della presenza di Dio nel dolore nostro e altrui, nel dolore della lontananza da Dio, in tutto ciò che si definisce "permissione di Dio".
E ritrovarsi "scelti", per lo più obtorto collo - come me, sprofonda in un abisso che è vetta: tocchi la tua nullitudine, devi imparare a convivere con la coscienza di un Dio vicino e vero, imprevisto e impensabile, un tempo. Un Dio che fa i miracoli attraverso te, proprio tramite le tue pochezze, i miracoli dell'amore impossibile, del sorriso gratuito, del sangue senza ritorno alcuno, dello stare sul Golgota, amanti.
* * *
PS: E un grazie alla mia cara amica "Maria", che stamani mi ha scritto:
"Stanotte non dormivo, come spesso mi succede, ho cercato nel cellulare letture per non sentire il dolore che mi assale nel buio e sono entrata nel tuo blog per vedere se c'era qualcosa di nuovo come avevi promesso....niente!...allora ho riletto gli ultimi articoli e ho trovato molte cose che non avevo mai visto come alcuni tuoi video....hai un'anima veramente bella e soprattutto hai la capacità di mostrarla e di donarla...aspettiamo il tuo ritorno sul blog....grazie per aver allontanato un po' di buio dalla mia notte 💡🔭✨"

(Foto mia, La Verna, pochi giorni or sono...)