Poi, in questi giorni i ragazzi hanno traslocato, e sono stato una settimana in ferie per dare una mano, come ho potuto. Son contento del risultato, ma non è certo finita l’avventura.
Al precedente post è giunto questo commento del mio amico Leonardo, sapiente come sempre col carico della sua esperienza: “Ma secondo te, se non fosse successo quello che è successo (l'abbandono da parte di tua moglie) avresti tirato fuori tutta questa sapienza? .....vai Paolo, vai! E' proprio vero che Dio trae il bene anche dal male.. ti abbraccio!”
Ho pochi alberi da frutto, e vanno avanti nonostante me… arrivo a potare, ma nulla altro, tutto naturale. Poi raccolgo, se qualcosa viene.
Quest’anno tutto insieme, mi son trovato sommerso da frutta: prugne selvatiche, fichi, pesche bianche. Ho fatto marmellata con le prugne, e pare sia ottima, così dice chi ha assaggiato. Poi è toccato alle pesche, quelle che son sopravvissute ad una razzia di sconosciuti estimatori…
Dopo aver terminato la raccolta delle pesche in basso, ho dovuto prendere la scala per raggiungere quelle in alto. E da lì mi son reso conto che ne avevo tralasciate alcune, che erano evidentemente coperte da foglie… come a dire: cambiando punto di vista si vedono cose impossibili prima!
Cosa poi ripetutasi in questi giorni con le noci che cominciano a cadere: pare di averle raccolte tutte, poi cambiando posizione se ne scoprono tante altre prima invisibili. Che stavano comunque lì, erano solo i miei occhi a non vederle!
Come se qualcuno, insistentemente, volesse farmi capire che è solo questione di punti di vista. Come se dovessi sempre più convincermi che il mio punto di vista non arriva a tutto. Come se dovessi acquisire, finalmente, il punto di vista alto, quello di Dio…
(foto mia, Dolomiti bellunesi, estate 2013)
quello che ti dice Leonardo è misteriosamente vero: il dolore apre gli occhi e ti fa vedere frutti che non vedevi, segnali che non avevi considerato...
RispondiEliminaGrazie, Paolo.
Tanino
Che dirti, Paolo? E' vero, tutto dipende dai punti di vista, che segnano il limite della nostra condizione umana. Eppure penso che il miracolo della Croce sia proprio quello di non cancellare i punti di vista, ma di farli diventare una cosa sola; perché, vedi, spesso siamo sbilanciati, anche nella vita di coppia, o verso la ragione o verso il sentimento, o verso lo spirituale o verso il sensuale, mancando l'appuntamento con la Tenerezza, che è il Dio dell'Amore che ricrea il "tutti" in una perfetta Armonia. La Tenerezza, Paolo; penso gli esseri umani in qualsia condizione si trovino, siano assetati di Tenerezza, che non cade come frutto dagli alberi, ma è un linguaggio che occorre imparare e, come tutte le categorie del sapere, si apprende meglio quando si è giovani, quando anche i corpi arridono all'amore.
RispondiEliminaGrazie, Paolo, mancavo da un po' dai tuoi post, ho scorso velocemente quelli precedenti a questo e mi accorgo che mi sono mancati.
Nando - Roma