sabato 12 ottobre 2013

A tutti i soli (dedicato)

In un attimo di tregua, e di concentrazione, rileggo tante cose scritte e rimaste lì: queste righe sono di maggio, ma credo siano attuali sempre…


A chi si alza la mattina e si parla, e si racconta un sogno, una tristezza, una preoccupazione.
A chi andando al lavoro recita il Rosario da solo svolgendo entrambi i ruoli.
A chi trova intorno muri di solitudine e di dolore inscalfibile e si parla dentro magari pregando per coloro che sfogano il proprio dolore sulle persone vicine.
A chi si cucina per tre giorni, così fa prima e scalda tutto al microonde.
A chi pranza da solo e fa un brindisi con sé stesso con un bicchiere di buon vino locale.
A chi si lava i piatti in una frazione di secondo, che erano così pochi!
A chi si prepara un ottimo caffè espresso, amaro e doppio, magari con un pezzetto di cioccolato fondente ancor più amaro.
A chi fa spesa sempre per uno, pur prevedendo che potrebbe capitare qualche gradito ospite.
A chi fa la lavatrice non tanto spesso (vedi i piatti da lavare!)
A chi non ha televisione e vive molto meglio.
A chi si racconta della giornata dinanzi allo specchio, lavandosi i denti, sempre cercando un bilancio positivo.
A chi si addormenta la notte solo, in un letto matrimoniale sotto-utilizzato.
A chi dorme con la sana incoscienza dei figli di Dio.

Ma soprattutto dedicato:
A chi è solo che più solo non si può, che magari sopravvive inabissandosi in continue banali distrazioni - e riesce persino a non dare nell’occhio.
A chi ha raggiunto il fondo, gli ultimi confini, e sotto il peso del vissuto non ritrova la strada di sé, della propria esistenza vera.
A chi ha un mondo interiore - ricchissimo se frutto di solitario dolore - da esternare, da dare, e non sa a chi dire, e non sa come dare.

A volte ho la sensazione netta dell’immortalità nel presente.

(foto mia, Dolomiti bellunesi, estate 2013)

5 commenti:

  1. un quadro drammaticamente vero per molti.
    mi è tornata in mente la canzone di Mogol Battisti: anche per te... vorrei morire ed io morir non so.
    ma più ancora penso a una invocazione di Chiara Lubich: Dammi tutti i soli!
    Paolo aiuti a riflettere e quindi a sperare.
    Tanino

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  2. oh sola beatitudo, oh beata solitudo.....così i saggi antichi

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  3. Quante solitudini ci sono intorno a noi? Quanti dolori dietro a ogni volto che incontriamo? Colgo l'occasione per guardare ogni prossimo con più attenzione, con meno superficialità. Grazie per queste parole!
    P.S.: bella foto! ;-)

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  4. rispondo ad anonimo: sì, se la solitudine è cercata come "mezzo" e scelta per "salire", ma se è "imposta" dal dolore di cui parla Paolo è VERO quello che lui dice! verissmo ..ed ancora di più!

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  5. Vedi...? Tenerissimo racconto della solitudine che unisce tanti... non più soli, mai soli davvero, con l'ebrezza dell'infinito fra le mani.
    Annamaria

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