venerdì 6 settembre 2013

Quale il segreto?

Al mio post Innamoramento e amore è giunto il commento da parte di un’anonima amica, forse non immediato e che quindi mi era sfuggito di mente nel bailamme di questo periodo. Un commento che è anche un bel quesito, e merita giusta risposta.

“Paolo, è bellissimo quello che scrivi.. Questo fatto dell'amore come "impegno" mi ha sempre affascinata tanto.. Solo che metterlo in pratica è difficile, soprattutto quando vedi l'emergere dei limiti dell'altro o anche quando vedi le tue stesse debolezze, soprattutto dopo tante cadute causate dalle tue imperfezioni, schemi, convinzioni e aspettative (tendenza alla critica o desiderio che tutto deve essere come tu l'hai immaginato..)... Credi di non esserne capace! Il segreto per ricominciare qual è? Come fai a vedere l'altro, te stesso e il rapporto sempre nuovo e non cadere nella tentazione di stare alla finestra a giudicare e mollare tutto perché è più facile così?”

Sono un ipercritico di natura, e certo vivermi accanto può non essere facile. Sto sempre a cercare il meglio, il perfetto, in me e anche negli altri. Figurarsi con la mia sposa, coi figli. Per anni e anni so di essere stato una spina, e la cosa alla fine, nel subconscio, addolorava e bloccava forse più me che i miei vicini. Perché pretendi da te soprattutto, bravura, generosità, perfezione. E poi ti deprimi quando non sei all’altezza, ovvero molto spesso.
Poi chiaramente ti aspetti tanto anche da lei, la tua dolce metà di cui conosci bene i tanti pregi. E dai figli pure, sai l’impegno comune nel crescerli, sai le loro qualità e quindi sarebbe ovvio attendere una sorta di ritorno…

Tutto “umanamente” indiscutibile, direi nella norma. Ma non funziona, siamo in tanti ad averne esperienza. Entri nel circolo vizioso, le giornate col muso, le offese che non dimentichi, i silenzi senza fine. E un torto ne tira un altro, inevitabile. Vedo attorno a me gente che si separa e si fa del male infinito, in un estenuante diabolico vortice. L’odio reciproco piuttosto che l’amore promessosi. Ma lo capisco, non giudico affatto.

Nel circolo vizioso ci ho vissuto a lungo, come tanti, finché non è giunto questo macigno della separazione, finché non ho trovato un baricentro diverso, dentro di me. Quello di cui stiamo scrivendo, un poco alla volta. Ma vorrei dire che l’amore per Dio può “non bastare”, qui parliamo del rapporto uomo-donna dentro il matrimonio: è qualcosa di altro, anche.
Parliamo di umanità, del cuore di un uomo e di una donna che può smarrirsi pur in una grande fede.

E non credo all’anima gemella, immagine stereotipa figlia della più becera Hollywood.
Credo piuttosto al circolo virtuoso, che esiste. Esiste, cara amica, ti assicuro: conosco bene quello vizioso, ed è lo stesso meccanismo, ma al positivo. Perché sono io che genero l’altra, ogni momento. Il mio amore, seppure senza ritorno, genera comunque me: “Siamo passati dalla morte alla vita perché abbiamo amato i fratelli”. Vero sempre e comunque, e anche nel suo contrario…

L’innamoramento genera l’amore. Ma poi l’amore genera l’innamoramento. Che produce amore. Che crea innamoramento. Così, sino alla fine dei giorni: questo il matrimonio, in un crescendo che nemmeno la mitica Nona sinfonia del grande Beethoven giunge a rendere!

E poi: imparare a non guardare sé, ma l’altro. E vederlo, il coniuge – ma anche tutto e tutti, con gli occhi del Padre, e quindi nel suo dover essere, nel suo disegno soprannaturale: siamo nati in vita per essere dono reciproco, ognuno di noi è una parola di Dio in una bellezza unica.

Proprio ieri sera, l’incontro casuale e fugace con due occhi belli. Belli e luminosi come da tanto non vedevo, o forse mai avevo visti. Forse causato dal mio vedere nuovo? Forse oggettivamente vero? Mi son ri-scoperto innamorato, trasportato oltre…

Pubblico questa foto che mi piace troppo (dal web, tenuta nel cassetto da tempo!), che pare la realizzazione di un sogno comune: Vanessa Redgrave e Franco Nero, due grandi attori, due creature che si son ritrovate dopo lontananze di anni e anni. Troppo bello lo sguardo di lei, e quel tenersi per mano senza ritegno alcuno... pur essendo persone “vissute”, e con quei capelli bianchi!

(foto dal web)

3 commenti:

  1. Ma secondo te, se non fosse successo quello che è successo (l'abbandono da parte di tua moglie) avresti tirato fuori tutta questa sapienza?
    .....vai Paolo, vai!
    E' proprio vero che Dio trae il bene anche dal male..
    ti abbraccio! Leonardo

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  2. Grazie Paolo, condivido pienamente, mi sembra la radiografia "più perfetta" del matrimonio: vero tutto quello che ti scrive l'anonima amica e altrettanto la tua risposta!
    Quel 'si' per sempre: una grandissima impresa, ineguagliabile.
    Rossana

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  3. la tua "anonima amica" non può far altro che ringraziarti..... farò tesoro di ogni tuo consiglio dato che in ipercriticità potremmo gareggiare ed io... perdere! "ricominciare" sempre.... SEMPRE! ;) GRAZIE PAOLO, buona giornata!

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