martedì 25 gennaio 2011

Ho ripassato le epoche



Ieri sera ho vissuto attimi intensi, importanti.
Tutti sono vitali i momenti della vita, perché tutti possono darci o togliere.

Possiamo il meglio o il peggio di noi, nella libertà che Iddio ci dona in continuazione.

Ieri sera: un momento particolare, in cui mi son fermato a guardare il mondo.
Una emozione arrivata senza preavviso, quasi uno schiaffo a freddo. C’era l’aria frizzante, tersa, era appena scurito. Bello, freddo, una stilettata nel cuore. Un paesaggio tanto amato, solito un tempo, luci lontane conosciute e forse pure nuove. Un pezzo della mia vita. Forse trenta secondi, un attimo fugace. Un respiro profondo, una commozione che non ha fatto in tempo a trasformarsi in lacrima. Poi di corsa via, che c’era altro da fare. E senza rimpianti.

Le bellezze del creato son tante, e alfine capisco che devo viverle così, nel distacco e semplicemente. Che diviene libertà.

Mi pare di aver vissuto più vite, e la più bella è quella di adesso.
Nulla mi toglie, e tutto può darmi, e tutto do.

La solitudine del separato, specie se abbandonato, è molto dura e forse incomprensibile ai più.
Ma se “ripasso le epoche della mia vita”, per dirla con Ungaretti, posso solo essere contento di quanto vivo, ed è una vita in salita. Chi conosce la montagna può capire. Si sale, si fatica, la gambe dolgono, manca il fiato, però continui, sai che hai una meta da raggiungere. Ogni tanto magari il percorso si fa meno ripido, respiri meglio. Ma poi si riprende. E più sali, e più è bello, più stai bene. Seppur esausto, sofferente, sei felice di stare lì.

Mi son messo a crescere dentro da tempo, in un esercizio che appare folle in questa epoca di rumore. Ci son stato portato dagli eventi e solo poi ne ho compresa la carica rivoluzionaria.
In fondo io sono soprattutto quel che vivo dentro, e certo non cambierei la mia vita con nessuno al mondo.

(foto mia: Gran Sasso 2006)

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