domenica 28 giugno 2015

Le radici

L’estate è qui.
Ho dovuto prenderne atto ed occuparmi, molto, anche della terra, dello spazio che ho attorno e che necessitava urgenti attenzioni. Poi tante altre vicissitudini. Con una sensazione di stanchezza diffusa, che comunque riscontro in tanti. Forse serve una bella vacanza!?
Qualcuno mi ha fatto presente che sono un desaparecido, qui sul web. Vero. Le fasi della vita non sono mai uguali, ma già lo sapevo. In questo periodo ho anche scritto tanto, forse troppo, senza mai concludere. Una sorta di blocco, molto sereno.

Nel settembre scorso sono andato in Giappone a trovare mio figlio e la sua sposa. Tante ore di viaggio: tra un sonnellino, leggere e scrivere ascoltando musiche sconosciute, c’era tempo pure per vedere qualche film. Volavo con Alitalia, e quindi c’era una scelta ampia di film in italiano. Ho scovato un film di cui avevo vagamente sentito qualcosa. E aveva pure preso l’Oscar: La grande bellezza. Un film che mi ha affascinato e coinvolto sin dall’inizio, tanto che me lo son rivisto pure al ritorno. Poi tutte le notizie possibili anche su youtube. Finché una sera, che ero alla ricerca di qualche cartoon per i nipoti, l’ho trovato in DVD ad un prezzo allettante. E quindi l’ho visto e rivisto, nella sua magia che trascende persino alcune parti onestamente per me malfatte, come l’episodio della “santa”.
Ma alla fine ben venga pure questa forzata vicenda, se permette di esplicitare il filo che tutto lega - questo è quanto ci leggo io, col mio vissuto - nel proclamare: “le radici sono importanti”!
Non mangio e presumo non mangerò radici, nemmeno ne farò infusi, come dice quella specie di cardinale in Rolls Royce.
Ma le radici sono davvero fondamentali, e me ne sono accorto nei venti anni di duro deserto interiore quando le radici esistenziali parevano, anzi erano, proprio dissolte. Poi, in un momento culmine di dolore, la ricerca delle radici è sfociata nel ricostruire dentro di me il Credo. Ricostruire davvero, parola dopo parola, nelle prime notti solitarie dopo anni di matrimonio. Lo avevo dentro, sperso in qualche parte irraggiungibile all’apparenza, sopravvissuto a una ventina di anni di lontananza.
Ma le radici ci stavano. E una parola dopo l’altra, in una notte insonne dopo l’altra, sono giunto alfine a poter dire il mio Credo interamente e con grande gioia. Che assumeva un significato davvero nuovo, nel contesto impensabile del momento.
Credo. Credo in questo Dio della Chiesa di Roma, nonostante - anzi: proprio! - per quello che sta avvenendo, per il sangue immane in cui vivo (e non potevo immaginare che si sarebbe centuplicato). Un'alba imprevista e nuova, finalmente!

In questo periodo ho trovato anche tanti nuovi amici. Uno di loro mi ha poi scovato qui sul blog, e mi ha scritto: “Ciao Paolo, mi sta passando il forte risentimento verso mia moglie!!!! IO SONO CATTOLICO APOSTOLICO ROMANO. Così, con questa convinzione sono tornato da Roma. E nel mio percorso “arduo” ho comprato un libro del catechismo e fatto un download del catechismo di Pio XI. Proprio stamattina pensavo che abbiamo la medesima idea del sacramento del matrimonio. INDISSOLUBILE!!!”

Un caro amico, che non vedo da una vita - circa trenta anni, di recente mi scriveva della sua salute. Un tempo faceva il presentatore in importanti convention, oggi fa il malato. Ma, mi dice, sempre Dio è.
Un amico con problemi di lavoro ed una famiglia numerosa e monoreddito cui pensare, mi confida che ha dovuto ri-centrare la sua vita solo in Dio, mollando tutte le "cose da fare", pure sante e buone.

Domenica scorsa, al mattino presto, ero ancora in dormiveglia, squilla il telefono e whatshapp mi consegna un pensiero di Igino Giordani, che arriva proprio preciso: "Cristo venne per darci una vita e una vita più abbondante. E ci diede i mezzi per conseguirla: mezzi che si riducono ad un fatto solo: AMARE. Ami ed hai la vita. Ami di più ed hai una vita più abbondante."

(foto mia - Umbria 2015)

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