Primo gennaio 2013. Stamani, appena preso coscienza e vista l’ora, son corso a messa. Mi sembrava la prima cosa da fare, anche come giusto gesto simbolico, in questo inizio di anno.
Si festeggia Maria: Theotokos, madre di Dio. So che devo fare mio il suo vivere, proprio io che ne sarei lontanissimo per carattere. Ma la storia mi porta sempre più a lei, che “custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”. Il cuore che medita e cresce, e poi riversa nel vivere quotidiano con il “mondo esterno” a sé. Essere dentro, primariamente.
Feste natalizie un poco diverse. Giornate molto piene, un presepe fatto in grande ritardo rispetto al solito. Ho un presepe particolare, fatto artigianalmente e con mezzi poveri dal mio amico Pierino, che me lo ha poi donato. L’anno scorso ho acquistato le statuine fondamentali, quest’anno ne ho comprate altre tre. Una soprattutto mi piaceva, un viandante che riposa sdraiato in terra con la sua bisaccia. Mi pare l’icona del separato, un uomo spossato dal camminare, ma che comunque va, sta sulla via per raggiungere il Figlio di Dio bambino, e deve fare i conti con la sua stanchezza. Un uomo normale, umano.
Negli scorsi giorni una giornata di bel sole, mattinata di ghiaccio.
Poi quando il sole è calato, sono andato a chiudere le finestre, ancora una volta. E mi son detto, ad alta voce quasi, che il tempo è poco, oramai. Tutto corre rapidissimo, altra giornata in chiusura, altra notte in arrivo. Lontanissimo è il ricordo delle notti difficili, a volte quasi impossibili, di tanto tempo fa.
E proprio la notte, il più delle volte, so che sto facendo la cosa giusta e che altro non potrei.
Anche in questi giorni ho fatto qualche bilancio, come forse tutti, e mi sono accorto di avere vissuto un anno sostanzialmente inimmaginabile: bello, pieno, di crescita continua.
In questo inizio di anno voglio fare ad ognuno di voi che mi legge, personalissimo, l’augurio che il 2013 sia l’anno più bello della propria esistenza, e che tutto sia, sempre e comunque, un crescendo verso la meta finale.
(foto mia, dicembre 2012)
Leggo da un po’ di tempo i tuoi scritti, sono capitata per caso su ‘inseparabili’ e sono rimasta colpita da come riesci a vivere la tua nuova dimensione, dopo essere vissuto con la certezza nel cuore che l’unità con la tua sposa sarebbe stata "per sempre". Faccio parte anch’io della schiera ormai sempre più folta dei separati e riesco ad immaginare, anzi conosco benissimo, certi stati d’animo che per grazia dell’Eterno Padre si sono un pò allontanati.
RispondiEliminaCon la meravigliosa certezza che tutto sia amore, ti saluto........C.