Tanto ero stato altrove, e tante cose erano accadute: un’ansia di conoscenza arretrata e prorompente. Anzi, era quasi il bisogno d’acqua alla fine del deserto, quando arso finalmente arrivi a capire di averne bisogno.
I canali di approvvigionamento sono stati tanti, dai libri che avevo sino al web, cercando per ogni dove ad ogni spunto, da una scoperta inseguendone un’altra.
Mi son trovato in casa alcuni volumi della rivista bimestrale Nuova Umanità, edita da Città Nuova e forse nota solo agli addetti ai lavori: chissà da dove provenivano, e come. Articoli a volte difficili per me che non sono uno studioso. Eppure ho trovato in questi volumi un pozzo di scienza e conoscenza a tutti i livelli, proprio quello che andavo cercando. Per rendere l'idea, un numero del 1999 aveva articoli per me davvero coinvolgenti (consentitemi questa digressione pubblicitaria!) come: “La famiglia è il futuro”, “La cultura del dare”, “Il dolore, un grido verso l’oltre”, “Che cos’è il pensare? Una riflessione alla luce di Gesù Abbandonato”. Insomma un nuovo mondo da scoprire e godere nel cuore, da divorare e assimilare nel vivere.
Mi son messo alla ricerca dei numeri vecchi, tanta era la sete, in un’impresa nient’affatto facile. Dopo una richiesta di prestito andato a male, mi son detto che dovevo insistere senza demoralizzarmi, e ho scritto ad alcuni amici che pensavo potessero darmi qualche dritta. Da Roma il mio amico grande Andrea mi ha prontamente scritto che aveva più di un decennio di queste riviste che non sapeva più ove tenere… e che stavano inscatolate pronte per me!
Incredibile! mi son commosso. A volte, forse sempre, bisogna andare oltre, tentare l’impossibile.
Ora è tutto qui, nella mia piccola biblioteca. Credo che stiano fruttando, anche in me che non sono certo né filosofo né teologo, ma semplicemente un assetato di Verità.
Di recente ho letto “Verso una psicologia in dialogo”, del 2000. Trascrivo alcune righe in cui l’autore cita un libro del teologo Hemmerle.
“Sulle orme del Vangelo di Giovanni, Klaus Hemmerle approfondisce il significato di reciprocità, cogliendo alcuni aspetti della vita Trinitaria che possono tradursi in rapporti interumani. La reciprocità è, innanzitutto, <inabitazione reciproca> e pericoresi è l’espressione classica con la quale la teologia denomina questo reciproco essere l’uno nell’altro. <”Pericoresi” – spiega Hemmerle – è originariamente il nome di una danza: uno danza intorno all’altro, l’altro danza intorno a lui, e così tutto fluisce in maniera reciproca, l’uno dentro l’altro. E in realtà, è così che scorre la vita nella dinamica di quell’amore che Gesù ci insegna e ci dona: l’altro è l’asse della mia vita. Io sono l’asse della sua vita. Dio è l’asse della mia vita, io sono l’asse della sua vita. Tutto si svolge in questo gioco assiale del reciproco circondarsi>.