Siamo a cena in sei, una cena importante. C’è pure il nipotino tirabaci: bello, coccoloso, garbato.
Una bella serata, si termina tardi. Nel cielo una luna quasi piena, ancora parzialmente oscurata. Dice che c’era eclisse di luna, poco fa. E noi si era impegnati in una cena, con un avvenimento così raro in cielo!
La luna, capace di smuovere i mari da lissù, mi accompagna poi nel ritorno a casa, è mezzanotte. Sta lì, anomala. Come la serata.
Penso a mio padre, alle nostre discussioni. Io, giovane razionalista, non potevo assolutamente non contestare il suo seminare e raccogliere, il suo tramutare il vino secondo i periodi lunari. Da pensionato aveva tirato sù il suo bravo orticello e si atteneva alla tradizione. E io contestavo: mi era impossibile concepire tanto potere in un lontano corpo celeste.
Invece poi col tempo ho dovuto ammettere. Il potere della luna, ma pure tante altre cose. Come ad esempio: quanto può il cuore di una donna, nel bene e nel male. Forse più della luna.
Una serata anomala, ma era la luna certamente che pilotava.
Rendersi conto che vivi realtà estreme. E che Dio ti chiede e ti offre sempre di più. Pazzesco. Il cuore di Dio, che quando lo tocchi, magari un po’ lo vivi, ti lascia stordito quasi. Il cuore di Dio. Quel cuore che ha una splendida spiegazione nella parabola del “figliol prodigo”. In questi anni ho riletto, meditato, vissuto quella storia. Anomala anch’essa. Sono io il figliol prodigo, certamente e forse sono ora un po’ pure il Padre. Quel Padre che sale tutti i giorni sulla torre e attende la persona amata, quella carne della sua carne che a stento sopravvive lontano.
Attende e ama. E più attende e più ama. E più ama, più attende. Un gioco d’amore senza fine. A braccia aperte, senza recriminare: accoglie, prepara il più grande banchetto.
Questo il cuore di Dio, che nel donare la libertà all’uomo sapeva di fare una follia, una follia d’amore. Ma che amore era, senza la libertà persino di sbagliare? In fondo sarebbe da rileggere pure la Genesi, la creazione, sotto questa ottica. Non sono teologo, quel poco che capisco mi nasce dalla vita. Ma certo: è l’una di notte, e non c’è motivo razionale che io stia qui a scrivere, per voi, con voi, ma soprattutto in me, col Padre, i moti del cuore in questa serata, anomala.
Solo testimonianza all’Amore, non altro.
Sono accadute cose anomale, stanotte. Il mio cuore che piangeva e godeva. Che comunque amava. Il plus di Dio, del suo gioco, del suo amare dalla torre.
Quando poi torno trovo un sms di Giusy, amica carissima, che sapeva della serata: “Ti ho pensato MOLTO! tvb. 1”
L’amore è pure circolare, oltretutto.
(foto mia, maggio 2011)
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