lunedì 9 maggio 2011

L'avventura

In questo week end ho rallentato il ritmo, c’erano diversi lavoretti che mi attendevano, in casa e in "giardino".
Avevo un sacco di panni accumulati e ho fatto tre lavatrici una dopo l’altra. Il sole splendeva e asciugava senza posa.
E ripensavo alla mia “professionalità” nel piegare le lenzuola, nello stenderle: mia madre insegnava bene e io, bambino, aiutavo bene.

Nei giorni passati invece tante cose importanti, momenti di grande impegno.
Ma poi mi trovo bene anche al rientro in questo mondo di piccole cose.
Tutto è Dio. Tutto.

Ho viaggiato solo, come sempre. Giovedì sera, al rientro, ho partecipato al terminar del giorno. Il sole che svaniva a ovest, oltre i rilievi. Il cielo che cambiava colore. Le prime stelle, un quarto di luna che brillava.
Sono arrivato a casa che dal bosco vicino già tutti cantavano. La notte qui è un concerto stupendo, nel buio quasi assoluto. Da una parte il bosco, dall’altra il piccolo fiume. In questa stagione vivo nella musica della natura, di notte come di giorno, d'altronde.

Quest’inverno probabilmente non ho ben coperto il mio alberello di arancio amaro. Ne è venuto un mezzo disastro. Ha sofferto, si è gelato dalle punte in giù e solo una piccola parte del tronco, in basso, aveva ancora rade foglie vive.
Stavo per eliminare drasticamente tutta la parte secca. Un amico esperto mi ha detto: “Aspetta, che magari dentro è vivo e riprende! A tagliare fai sempre in tempo.”
Ho creduto alle sue parole. Sole, acqua, un poco di concime.

In questi giorni sul tronco è un fiorire di virgulti. La vita implode dalla morte.

Oggi sarebbe, è, un giorno importante. Son trenta anni di matrimonio.
Anche se la legge dello stato italiano dice che sono libero e potrei sposarmi civilmente domattina, permango nel mio matrimonio volentieri.

Faccio un bilancio, ma conosco bene tutto e ho imparato un po’ a vedere con gli occhi del Padre.
Certo il sangue non manca.
Ma è la consapevolezza che il dolore più grande chiama l’amore più grande.

Stasera in qualche modo festeggerò.

Trenta anni fa forse c'era la sensazione che la mia vita, la nostra vita, sarebbe stata una bella avventura. Ma non potevo immaginare quanto e come e a quali livelli.
E non si giunge a ciò solo per l’amore a una donna che, per quanto splendida come la mia sposa, certo non può tanto.

Grazie Padre.
Grazie sposa mia diletta.

(foto mia: "l'arancio amaro che riprende vita", maggio 2011)

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