domenica 4 marzo 2012

Lasciarsi amare

Anni fa, ero da tre mesi nel mio eremo, mancava poco a Natale. Al piano sopra mi svegliavo al mattino con temperature anche di 4°, e scesi a dormire al piano inferiore. Una notte accadde di svegliarmi con una sensazione strana. Tutto roteava vorticosamente, una cosa mai accaduta e che non si è più ripetuta. Vertigini paurose, tanto da non poter nemmeno fare un numero di telefono per chiedere aiuto. O alzarsi dal letto. Potevo urlare, ma a chi? Da profano, da altri sintomi anche, mi venne da pensare ad una emorragia cerebrale. Non potendo fare nulla, come ultimo atto misi la mia vita nelle mani di Maria, mi addormentai. Poi, diverse ore dopo riuscii a telefonare, venne un amico da Perugia a prelevarmi e portarmi al Pronto Soccorso. Ricovero immediato, sembrava un ictus. Poi, dopo diversi accertamenti, si diagnosticò molto meno grave.
Venni a sapere che la mia sposa voleva venirmi a trovare in ospedale. La mia reazione fu di chiusura immediata, arrabbiato come stavo a quei tempi.
Un amico, il solito sapiente Mario, mi fece capire che “bisogna lasciarsi amare”, anche: è amore pure questo. Beh, fu un passo spirituale. Il cuore, che nel rifiuto avrebbe rischiato di indurirsi, così si scioglieva. Lasciai che accadesse. Let it be. Una cosa buona: era amore reciproco che circolava.
Solo poi mi resi conto di quanto scrive Paolo ai Romani: “Siamo passati dalla morte alla vita perché abbiamo amato i fratelli”. Ma che bello! Ci stavo dentro, e non mi ero accorto. La morte è anche quando covi rancore dentro, che sai sbagliato, ma non riesci a gestire.
Eppoi, “lasciarsi amare” significa che, amando, anche l’altro passa dalla morte alla vita!

Ci ripenso in questi giorni, lasciarsi amare.
La mia macchina è morta e per una serie di vicissitudini ancora non l’ho sostituita.
Intorno a me quasi tutti danno un parere, chi dice bianco e chi dice nero. Tutte opinioni finalizzate al mio bene, evidente. Ma ad un certo punto mi son sentito quasi esautorato, commissariato. Forse prematuro, ho appena cinquantotto anni!
Ma poi alfine ci rido sopra. Ancora un passo avanti da compiere, mai si finisce. Lasciarsi amare, anche in questo caso, e la soluzione giusta verrà fuori con una serie di approssimazioni successive, come sempre.

(foto mia, Svizzera 2005)

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