Ginevra, sono andato a messa in cattedrale di Notre Dame de Geneve. Una messa particolare a cui tenevo da tempo, una messa in gregoriano. In realtà un gregoriano un po' atipico, senza un coro ma con una direttrice e il popolo, in parte in latino e in parte in francese, francese che è lingua molto armonica, come lo spagnolo e il nostro italiano, perciò piacevole. Situazione decisamente bella, per quanto io del francese abbia compreso solamente "alleluja", con tanto incenso e soprattutto tanti giovani, incredibile quasi. E poi tanti asiatici, tantissimi africani, ma qui Ginevra è un mondo a sé, cosmopolita e multirazziale e pure decisamente ricco.
Ricco naturalmente a vari livelli, ma certo il costo della vita è molto superiore all'Italia, e questo valido per tutti.
Credo che a tratti mi rivenga fuori l'infanzia, quando la vita era dinanzi, da sognare, da costruire, da vivere, e quelle messe da bambino in cui il latino era ancora lingua ufficiale della Chiesa e tutto profumava d'incenso, e noi si faceva a gara a chi suonava la campanella alla messa.
La cattedrale è precisa, il latinorum ci sta a perfezione, tutto mi evoca altri mondi, altre ere, commozione quasi.
E oggi alla mia età tutto sempre contribuisce a fare i conti col passato, sentire cantato Credo in unum deum mi riporta al mio dover essere, alle mie scelte di vita già di 60 anni fa, alla discreta quantità di errori compiuti, assolutamente imprevedibili e, col senno del poi e la coscienza in funzione, certamente utili nelle dinamiche celesti dell'oggi.
Utili perché divengono continua causa di crescita, forse la sola cosa importante per Iddio, la crescita dell'uomo in Lui, nel Suo cuore.
Col senno del poi e la coscienza in funzione, si può solo dire: grazie! Grazie per la presenza costante di Maria e direi pure dell'Angelo Custode, grazie perché quando trovi la formula per tramutare tutto in oro, e quindi persino dare valore al negativo, in piena coscienza devi dire: solo grazie, per tutto e per sempre.
(foto mia, Geneve 31 agosto 2025)