E questo raccogliere noci, oramai da qualche settimana - dato che vengono giù quando si ritengono mature, ciascuna coi suoi tempi – proprio di recente mi ha indotto una riflessione, seppur davvero banale: accade che passo a vedere sul terreno, raccolgo quel che trovo, torno poi indietro e vedo altre noci che già prima evidentemente stavano lì. Poi ripasso, e ne trovo altre ancora.
Buffo assai, ma spiega bene la vita: a volte è solo questione di punti di vista, di momenti, e pure di luce: basta spostarsi, muoversi, e si vedono cose che ti stavano comunque sotto il naso.
Di recente c’è stato l’anniversario dei dieci anni: dieci anni dalla svolta epocale del mio esistere. E nulla allora avrei scommesso sulla mia sopravvivenza. Perché accadono cose che nella vita non dovrebbero accadere: non le immagini proprio, non le metti in conto. Forse nemmeno sono giuste. E certo sai di essere inadeguato, proprio non capace.
Se guardo la mia vita passata devo per forza constatare che son cresciuto più in questi dieci anni drammatici e soli che nei cinquanta precedenti. Ho dovuto smuovermi, risolvermi dentro, aggiornarmi di continuo, adeguarmi a quanto la storia - ovvero le scelte della mia sposa - prepotentemente mi offriva come chance.
Mica facile, eh! Però come non vedere che molto spesso interviene “altro” da te, situazioni, cose ben lontane che però aiutano e risolvono? Perché vivere soli, specie quando non ci sei proprio portato, e col dolore dell’abbandono, non è come passeggiare in un parco in fiore, in una dolce mattinata primaverile.
Ad un certo punto mi son accorto che facevo “di ogni ostacolo una pedana di lancio”. Meccanismo che ben conoscevo da tempo immemore. Ma che ho dovuto perdere per poi ritrovare moltiplicato.
Debbo confessare che trovo irritante leggere qui e là: “matrimonio fallito”. Qualcuno ha provato a dirlo del mio, ed ho dovuto farmi sentire. Fallito? Questo è matrimonio pieno. Forse un poco “diverso”. In questo sì, che i tempi son cambiati. Nel pensare al matrimonio come ai tempi prima del ’68: che rimane in piedi comunque, ed alternative non ve ne sono. Oggi pare tutto il contrario, ma il matrimonio cristiano non termina, e non è fallito, mai.
Cambia forma, è liquido. Ma vivente, si adatta, si conforma. Così vivo io, così viviamo in tanti, anche se i media ci ignorano. Ma non servono riflettori puntati: non si vive così per gli uomini o per la ribalta.
Sono comunque storie di dolore (e chi vuol sentirne?) pure se - parzialmente - risolto.
La scissione persiste, ché se è vero che i coniugi cristiani divengono un sol corpo, come altrimenti vivere la spaccatura del corpo coniugale, quasi direi come il Sabato santo di Maria nell’attesa della Resurrezione del Figlio?
Il separato: lui risorto "già, ma non ancora" insieme, nella “sola carne” ricomposta…
Un tempo si diceva per sempre, e in qualche modo doveva esserlo.
Un tempo si prometteva l’amore, e in qualche modo ci si costringeva a viverlo (ah… e chi parla più di sacrificio?).
Un tempo ci si impegnava per sempre, oggi è finché non ti distrai.
Un tempo l’abbandono del tetto coniugale era reato, oggi è acqua fresca.
Un tempo si diceva adulterio ed oggi “rifatti una vita”.
Un tempo l’adulterio era punito, oggi viene incoraggiato.
Un tempo il rapporto uomo - donna era uno scrigno chiuso, geloso di sé, oggi aperto ai venti di ogni dove.
Si chatta, si whatsappa, si facebookka, e tutto porta sempre più lontani dalla propria vita. Ho visto cose che sarebbero ridicole (da ridere) se non fossero drammatiche. Ma tutto funziona, purché porti lontani dal proprio reale, dal presente in cui si sta male.
Invece di ricostruire la propria storia ogni momento, ricominciare daccapo che è il solo modo di vivere sano, cristiano e non, si azzera tutto in vista di nuova felicità.
Che poi magari, passata la fase iniziale, riporta nella tristezza e fa ricominciare daccapo.
Come il vento del deserto che muta continuamente l’orizzonte, la vista, il presente. Nulla dura più.
E noi invece qui, sparuta, isolata, sbeffeggiata schiera: a dire che l’amore (l’Amore) per quanto liquido, è possibile, più che mai.
Ah, dimenticavo, pure gli umani son come le noci: ciascuno ha i suoi tempi di maturazione.
(foto mia, Finisterre, Spagna 2007)